Informatica

I corsi di laurea della classe L-31 "Scienze e tecnologie informatiche" entrano nel Piano nazionale Lauree Scientifiche (PLS) per la prima volta nell'edizione 2017/18. Nell'a.a. 2022/23 sono attivi 51 corsi di laurea L-31 in 39 atenei, con circa 9000 immatricolazioni, di cui circa il 15% di genere femminile. Si tratta quindi di dati in crescita rispetto allo stato del 2017/18, in cui ci furono 7047 immatricolazioni (12% di genere) per 47 corsi di laurea). Oltre al divario di genere, ancora molto significativo, rimangono piuttosto bassi anche gli indicatori volti a misurare le prestazioni degli studenti: solo un terzo degli studenti si iscrive al secondo anno con 40 CFU in carriera. Nell'ultimo triennio, invece, i laureati entro la durata del corso di studio sono apparentemente molto aumentati: dal 37% percento rilevato al termine del PLS2017/18, si è passati al 48%. Il cambiamento in questo caso è così alto che fa ipotizzare un qualche effetto legato all'eccezionalità dell'emergenza COVID o qualche variazione nelle modalità di raccolta dei dati.

Rimangono quindi attuali i problemi che affliggono gli studi universitari in informatica e che la comunità accademica informatica (raccolta nel GRuppo d'INformatica, GRIN) ha da tempo messo in evidenza:

Diffusa confusione rispetto allo status scientifico delle discipline informatiche

L'informatica è presente nella società moderna in almeno tre modi diversi: (a) come strumento per affrontare problemi che emergono in contesti diversi, (b) come tecnologia hardware e software con specifiche caratteristiche, struttura e principi di funzionamento, (c) come scienza, con le sue particolari chiavi di lettura della realtà e i suoi specifici approcci alla risoluzione dei problemi. Di queste, l'accezione scientifica è la più trascurata nei percorsi scolastici non specialistici (dove invece vengono spesso enfatizzati gli aspetti stumentali e tecnologici), con grave danno nella percezione della disciplina da parte dei non addetti ai lavori. La criticità di questa impostazione è ormai riconosciuta internazionalmente: la ricorrente confusione su ciò che debba essere associato al termine informatica, equivocata con l'uso delle applicazioni e delle tecnologie digitali, è ritenuta la causa di principale dell'incapacità di sostenere un adeguato livello di competenze informatiche diffuse.

Progressivo sbilanciamento di genere

Nonostante sia facile elencare nomi femminili fra i pionieri dell'informatica e in anni non troppo lontani i corsi di laurea di area informatica fossero piuttosto equilibrati nelle proporzioni di maschi e femmine, negli ultimi vent'anni si è osservata una progressiva riduzione della componente femminile delle immatricolazioni. Anche questo è un problema rilevato internazionalmente e che in Europa e negli Stati Uniti sta assumendo proporzioni davvero preoccupanti. Le ragioni non sono del tutto chiare, ma anche qui sembra che un fattore importante sia una generale percezione della disciplina come puramente strumentale e tecnologica. Una maggiore enfasi sugli aspetti scientifici e metodologici, una migliore divulgazione dell'importanza delle dimensioni sociali dell'informatica, sembrano fattori importanti per aumentare l'attrattività dei percorsi informatici presso il pubblico femminile.

Scarsa presenza di professionalità informatiche nella scuola secondaria

L'insegnamento di discipline informatiche nella scuola è affidato a laureati dalle provenienze molto diverse, anche nel caso della specifica classe concorsuale A-41 Scienze e tecnologie informatiche. In generale, inoltre, sono pochi i laureati in informatica che decidono di intraprendere una carriera nell'insegnamento. Il risultato è che a tutti i livelli scolastici le professionalità specializzate in informatica sono rare, il che aggrava il già menzionato problema di indicazioni e linee guida che mancano di chiarire senza ambiguità il ruolo delle discipline informatiche nella scuola secondaria non specialistica, confondendo aspetti scientifici e tecnologici con il piano più meramente strumentale e di servizio. Va detto, inoltre, che per molti anni la stessa comunità scientifica (italiana) ha sottovalutato l'importanza della riflessione sulle metodologie didattiche specifiche per l'informatica: il tema è tuttora mancante dal disciplinare ministeriale del settore INF/01 e il volume delle pubblicazioni con autori affiliati a centri di ricerca italiani nell'area classificata dall'ACM come “K.3.2 Computer and Information Science Education” è decisamente inferiore a quello di altri paesi europei, paragonabili invece come produzione scientifica negli altri settori informatici.

Responsabile

Prof. Mattia Monga

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